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Accettazione totale

Ho avuto una mezz’oretta di sconforto a causa di un ricordo che si è innavvertitamente acceso come una lampadina o un fulmine a cel sereno mentre guidavo.

Ho pensato a un episodio di tanto tempo fa, circa una decina di anni, in cui ho rivisto mia madre dopo un lungo tempo, dato che in quel periodo il mio rapporto con lei era spezzato. Nonostante provassi un grande risentimento nei suoi confronti, in quell’incontro ho riversai molta speranza. Voleva darmi il regalo di compleanno. Non ricordo se fosse proprio il giorno del mio complenno.

Come ho detto il nostro rapporto era spezzato. Circa un anno prima mi aveva mandato via di casa e mai più dato un aiuto morale, emotivo o anche solo economico. Studiavo, lavoricchiavo, mio padre mi sosteneva con una paghetta mensile. Ma i soldi erano pochi per le spese che dovevo affrontare. C’erano l’affitto, le bollette ogni mese, le tasse universitarire 3 volte all’anno, il conguaglio del gas annuale e la spazzatura. Mi capitava a volte di non avere più un soldo già a metà mese. Ovviamente non uscivo mai e non mi concedevo mai chissà quali sfizi, mai. Sopravvivevo.

Mi madre mi annunciò proprio di volermi dare un regalo in uno di questi momenti di grande difficoltà economica ed emotiva. Mi sentivo povera, sola e abbandonata. Ma in quel messaggio vidi della speranza. Un gesto materno di cui avevo davvero bisogno per provare un po’ di gioia.

Mia madre si presentò insieme a mio fratello, che avrà avuto tipo undici anni, nei paraggi dell’appartamento che condividevo con altre quattro ragazze. Lei era sorridente e portava occhiali e abiti firmati e nuovi di pacca. Mio fratello era come sempre felice di vedermi e lei anche sembrava felice. Mi fece gli auguri e mi consegnò venti euro.

Ricordo di essermi sentita morire dentro.

Non mi vedeva da un sacco di tempo, non mi ha mai dato un minimo di aiuto economico, era firmata dalla testa ai piedi e mi consegna venti euro.

Mi ricordo che con quei soldi in mano iniziai a pianegre. Le dissi che dopo tutto questo tempo poteva anche prendersi del tempo per comprarmi un caxxxxxo di regalo e le chiesi cosa pensasse che avrei fatto con questi venti euro. Continuai dicendole che li avrei usati per la bolletta del gas e finire comunque a non avere abbastanza soldi per vivere.

Che cavolo di regalo di compleanno…

Scappai via in lacrime con un immenso peso sul cuore sentendomi stupida per aver sperato in un qualcosa di gentile da parte sua.

Questo ricordo lo sento ancora molto vivo in me. Quindi ho bisogno di lavorarci. Il problema non è stato tanto l’emozione che questo ricordo mi ha risvegliato, quanto il fatto che detesto mia madre. Per tutto quello che mi ha fatto passare. Sono tanti gli episodi che ogni tanto emergono dalla memoria e mi scombussolano la giornata, e questo non va bene.

Credo che l’unica soluzione possibile sia l’accettazione totale.

Provo a fare un elenco su cui lavorare nei prossimi giorni, almeno finchè non riuscirò a guardare al mio passato come se guardassi un film. e vediamo come va.

  • Accetto totalmente di avere una madre emotivamente analfabeta.
  • Accetto totalmente il mio passato doloroso così com’è, e di lasciarlo al passato.
  • Accetto totalmente di non poter cambiare il mio passato.
  • Accetto totalmente tutte le ferite emotive che mi porto addosso, perchè sono parte di me.
  • Accetto totalmete di vedere mia madre come una guida di ciò che non voglio essere mai.
  • Accetto totalmente di portare dentro di me il sangue e il retaggio di mia madre.
  • Accetto totalmente di avere una madre a cui non importa nulla di me.
  • Accetto totalmente di mantenere un rapporto superficiale con mia madre e di non riporre alcuna speranza per il futuro, per evitare ulteriori delusioni
  • Accetto totalmente di essere padrona della mia vita e responsabile per fare della mia vita il meglio possibile.
  • Accetto totalmente di essere una evoluzione migliore di mia madre.
  • Accetto totalmente di essere una donna straordinaria, che ama, vive e cresce ogni giorno.
  • Accetto totalmente la mia vita come un dono e di essere respondabile delle scelte che faccio.
  • Accetto, mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo.

Ricordato di splendere!!!

GG

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consapevolezza crescitapersonale

E se la mia casa fosse lo specchio della mia vita?

Bella domanda!

Nell’interpretazione onirica ogni parte di una casa sognata corrisponde a una area specifica della nostra persona. Sia in senso fisico che in senso psicologico.

Grazie al mio grande maestro Alejandro Jodorowsky ho imparato ad interpretare la mia vita come se fosse un sogno. E quindi ho cominciato a tentare di interpretare i simboli della mia quotidianità. In particolare ho osservato la mia casa. E in effetti occupandomi di uno specifico ambiente, ho risolto diversi problemi.

Come una magia, quando si eliminano disordine, sporzicia, cianfrusaglie e ostacoli vari, determinate aree della vita migliorano. Qindi perchè non tentare.

Basta iniziare ad osservare le stanze. Quale stanza accumula roba, disordine e sporciza? Quali stane sono vissute e quali inutilizzate e statiche? Ci sono accumuli in giro? roba per terra? ripiani dimenticati? cassetti o mobili che contengono cose di cui non ci si ricorda?

Osservare…

Secondo il Feng Shui ogni area della casa corrisponde a un’area della vita, Dipende dalla forma della casa e dalla disposizione delle stanze. Comunque, se si eliminano ostacoli, accumuli e cianfrusaglie l’energia vitale dovrebbe ricominciare a fluire nella casa e, magicamente anche nella vita.

Provare per credere.

Da circa un’anno ho iniziato un percorso professionale per fare ordine e diventare consulente di riordino. Effettivamente il riordino fatto in un modo sensato, senza creare strappi o distacchi forzati da oggetti che hanno un qualche valore e senza pentirsi, a posteriori, di aver eliminato qualcosa di importante, porta innumerevoli vantaggi. Tra cui la facilità di mantenere l’ordine e l’igiene.

E poi l’energia fluisce.

Si respira meglio.

Si respira vita, ordine e pulizia.

Si crea spazio per la creatività e il benessere.

La vita cresce, evolve e migliora.

Si apre la propira casa e la vita al modo.

La vita fluisce.

Se la mia casa fosse lo specchio della mia vita? Facciamoci questa domanda, osserviamo e lasciamo fluire la vita. Credo che questo sia il consilgio più efficace per dare una svolta alla vita e per stare bene.

Nella casa in cui abito i progressi sono stati meravilgiosi, ma passo molto tempo nella MIA casa, in cui vive mio padre, in cui la mia cametetta di un tempo si è trasformata in uno studio che uso per la mia formazione. Una stanza in soffitta si è trasormata in una stanza da letto e riposo. Ma lì vive mio padre, che di riordino non se ne interessa e c’é roba ovunque. Nonostante lui viva lì da 30 anni, alcune stanze non sono mai state terminate e ci sono accumuli di ogni genere in ogni dove.Mi ritrovo dunque in colflitto con me stessa perchè non so se risolvere io a modo mio o se spronare mio padre… Penso che agirò egli chiederò il permesso di mettere mano tra le sue cose…

Magari così la sua vita migliorerà e anche la mia mia.

E se la mia casa fosse lo specchio della mia vita?

Ricordati di splendere!!!

GG

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consapevolezza crescita personale Guarire la tristezza

Pretendo o temo?

Domanda strana per una giornata strana invasa con pensieri strani…

Ragiono sul mio rapporto di coppia e provo a vederlo dall’esterno.

Mi vedo come una donna adulta, che ha bisogno di affetto, attenzioni, cure e gentilezza come se fossi una bambina piccola. A tutti, penso, piaccia sentirsi abbracciati da atteggiamenti amorevoli dalle persone della nostra vita. Perchè allora la mia mente mi dice che ho i bisogni di una bambina, anzichè di qualsiasi essere umano?

Forse perchè credo sia logico che gli adulti siano accorti nei confronti dei bambini, senza che loro debbano chiedere o pretendere attenzioni. E secondo questa logica penso che i miei genitori abbiano sbagliato tutto con me durante l’infanzia, perchè ho solo ricordi legati alla tistezza di non essere amata e apprezzata solo per essere la loro creatura.

La cosa strana è che i bisogni insoddisfatti della me bambina, cerco di soddisfarli anche attraverso il mio rapporto di coppia (quì uno psicologo ne avrebbe da dire….!!!) senza vedere che sono una donna adulta capace di agire per soddisfare da sola i miei bisogni senza pretendere che sia qualcun’altro a doversi addossare il compito di soddisfarmi.

Le soluzioni per essere una donna adulta e soddisfatta ci sono. Solo che per qualche ragione, vedendomi dall’esterno, noto una pretesa di amorevolezza bella e buona. E noto anche che amorevole io lo sono poco.

Pretendo senza dare…

Diciamo che questo non è un bel esempio da dare a mia figlia quattrenne.

Ma poi c’è anche il rovescio della medaglia. Non è vero affatto che non ricevo attenzioni, cure, affetto e gentilezza. Le ricevo. Ma non sono contenta. Faccio i “capricci” perchè vorrei attenzioni di un certo tipo di una certa quantità e con una certa frequenza.

Quindi pretendo atteggiamenti di amore (specifici!), sono inconsapevole di essere già amata e mi arrabbio se le attenzioni ricevute non sono quelle che pretendo.

Bella storia!

Torno alla realtà e mi chiedo: sono davvero disposta a ricevere quello che pretendo?

davvero, davvero, davvero?

Perchè forse no. Per ogni bisogno soddisfatto vedo tutti gli altri bisogni che restano insoddifatti (nella misura con cui pretendo siano soddistatti!).

Ma non solo. Se qualcuno soddifacesse tutti i miei bisogni, ma proprio tutti, come mi sentirei? Sopraffatta o realizzata? Ecco che scatta il timore.

Sono pronta ad oggi a soddifare tutti i miei bisogni? Davvero esiste qualcuno capace di un impresa tale? Non posso io stessa soddifare tutti i miei bisogni? E poi? Cosa mi resterebbe? nuovi bigoni ancora?

Quindi pretendo o temo?

Sono così abituata a vivere nella costante richiesta di amore che non so come si fa a vivere senza.

Credo sia giuto il tempo allore di sperimentare due vie:

1- Dare ciò che pretendo

2- Non pretendere nulla

Non so quale sia la più utile per me in questo momento della mia vita. Forse potrei partire dal notare tutte le mie pretese. Dare ciò che pretendo, senza pretendere nulla in cambio.

Mi sento già di splendere un po’ ora che ho un piano. Vediamo dove mi porterà e se riuscirò a crescere ancora un po’

Ricordati di splendere!!!

GG

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Guarire la tristezza

Guarire la tristezza: passo N.2

Ad ispirare il mio secondo passo per guarire dalla tristezza che governa la mia vita è stato il divertentissimo film ” Isn’t It Romantic”.

Il film è divertente per davvero. C’è questa donna che vive la quotidianità con rabbia, tristezza, invidia e bassa autostima.

Come me in effetti….

Così ho iniziato a fare un bilancio mentale di tristezza : Quanto sono stata triste nella mia vita?

Cavolo…

Ho vissuto immersa in un vortice di tristezza, con qualche spiraglio di gioia, praticamente tra i due e i venticinque anni!! Ininterrottamente!!! Come cavolo è possibile? Ho pianto tanto, ho urlato tanto, mi sono disperata tanto, ho preteso tanto, mi mancava tanto…

A ventisei anni ho messo il turbo per arrivare alla laurea triennale e trasferirmi nel paese in cui sono nata. Qui la tristezza è svanita per magia. OK, ci sono state brevi fasi di tristezza per delusioni sentimentali, ma nulla in confronto a tredici anni di angoscia.

A trent’anni sono rimasta incinta e gli ormoni mi hanno un po’ tirata giù, per non parlare del postpartum. Periodo complessivo di due anni in cui la tristezza era sempre lì.

Negli ultimi due anni invece, non ho avuto tempo di essere triste. Per via della mia bambina, gli animali, il lavoro, gli studi e Netflix (tante serire!!).

E poi è morto il mio nonno.

Ed ecco la tristezza. Forte e chiara, nonostante il poco tempo e Netflix.

E oggi ho capito. Per moltissimi anni sono stata governata dalla rabbia, dalla solitudine, dal sentirmi incompresa, dal senso di vuoto, dalla delusione e dalla certezza di essere la persona sbagliata nel mondo sbagliato. Sono sempre stata convinta di essere triste invece era solo un grande bisogno di essere vista.

Mi è tutto più chiaro perché da qualche mese sono solo triste.

Il mio nonno era l’unico che mi vedeva. L’ unico. Lui mi vedeva davvero. E adesso sto sperimentando la tristezza pura. Sono solo triste.

Lui vedeva tutte le persone. Aveva l’energia e l’intenzione di vedere l’essenza delle persone e di potrarle alla luce.

Quindi sono triste anche perchè sento la tristezza di tutti coloro che lo hanno perso. Pure del benzinaio, per dire! Perchè il mio nonno si riforniva sempre dallo stesso e si faceva servire per fare due chiacchere e per lasciagli due soldi.

Lui ha coltivato relazioni profonde e sincere con moltissime persone. Lo abbiamo perso tutti.

Così oggi sono triste. Sono in lutto. Ci vorrà tempo. Invece per quanto riguarda il passato credo di doverlo solo accettare.

Ho deciso di accogliere ogni ricordo ed emozione negativa del passato per trasmutare o lasciare andare.

Volglio liberarmi della zavorra di negatività diventare la donna che voglio essere. Un passo alla volta.

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GG

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Disordine

Vivo immersa nelle cose.

Cose di ogni genere. Cose utili, cose futili, cose che ricordano cose, cose che non tocco da anni, cose imprestate, cose regalate, cose a cui voglio dare ancora una possibilità, cose…

Tante cose. Mi servono tutte queste cose? Mi danno gioia?

Beh sí, guardare la serie su e di Marie Kondo (su Netflix) mi ha risvegliato sotto molti punti di vista. Ovviamente essendo lei una esperta di riordino, mi ha ispirato a vedere gli oggetti che mi circondando con gli occhi del cuore e delle emozioni positive. Fatto sta che sono circondata davvero da tante cose.

Tutte queste cose evocano un certo pensiero, ma soprattutto creano disordine.

Quindi, da circa un paio di settimane sto cercando di fare ordine specialmente tra vestiti e libri.

Ho moltissimi vestiti che non ho mai messo, ma che mi piacciono, altri che non mi piacciono ma indosso quotidianamente, altri che qualcuno mi ha reglato e che tengo solo per educazione. Ed effettivamente, ogni volta che ho deciso di separarmi da un abito, mi sono sentita alleggerita, specialmente se non mi ha provocato gioia nel vederlo e toccarlo. Intanto sto procedendo a piccoli passi ma voglio davvero eliminare le cose che creano abbondanza sì, ma negativa.

Giusto ieri ho deciso di separarmi da una maglietta che ho comprato quando avevo 18 anni. Cioè erano esattamente 16 anni che la tenevo anche se negli ultimi anni non l’ho mai messa. Sì mi ricorda un viaggio che ho fatto, ma anche il peggior periodo della mia vita in cui ero tediata da mia madre, soffrivo per la perdita di un mio carissimo amico, mi sentivo brutta e avevo mille dubbi sui miei progetti per diventare grande.

Mi sono chiesta se davvero volessi evocare tutti questi ricordi ogni voglta che avrei aperto l’armadio. E no! no che non voglio. Ho ringraziato (come da prassi) la maglietta per essere stata una mia cara compagna di viaggio e addio.

Ecco che mi sento più leggera e ho uno spazio libero con un oggetto in meno a cui pensare e da riordinare.

I libri per me sono un argomento delicato, perchè li amo. Ho sempre desiderato essere circondata da libri e leggerli tutti. Ma ne ho davvero tanti, alcuni non mi ricordavo nemmeno di averli. Altri non li ho mai letti e non li leggero mai.

Comunque ho deciso di procedere a piccoli passi costanti e di liberarmi del disordine separandomi da oggetti che nella mia vita nemmeno voglio.

Spero che riordinando piano piano l’esterno, riesca a mettere a posto le cose anche della mia prsonalità e delle mie relazioni.

Sono speranzosa.

Grazie Marie, grazie TV, grazie alle mie cose, grazie a me stessa.

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GG

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Lettera d’ Amore alla mia matrigna

Cara Matrigna,

Faccio fatica a scrivere questa lettera perchè ho avuto molti problemi durante nostra relazione pseudo-famigliare non voluta e nemmeno cercata.

La resistenza a scriverti cresce per via dei problemi relazionali che ho avuto anche con il mio patrigno, visto che, come te, mi è stato imposto.

Avere avuto problemi con entambi i compagni dei miei genitori mi ha porto a giudicarmi come ragazza problematica, viziata e complicata. Ma non è così che sono.

Il problema non sono io e non siete stati voi, ma risiede nelle radici.

I miei genitori hanno avuto entrambi un’infanzia difficile, forse perchè i loro stessi genitori non ne hanno nemmeno avuto una visto che c’era la guerra. Idem se si fa un altro salto generazionale all’indietro. Sta di fatto che da adulti, sia mio padre che mia madre, si sono legati a persone con grossi complessi, in primis tra loro stessi come coppia, poi con altre peronalità complesse. Probabilmente anche tu così come il mio patrigno avete avuto infanzie difficili a casua dei vostri di genitori.

Solo che a farne le spese sono stata io.

Sì perchè nemmeno io ho avuto un’infanzia felice a causa dei vostri problemi.

Mi piace pensare che la mia generazione sia venuta al mondo per mettere a posto le cose. Per guarire il mondo e per guarire anche gli adulti che non sanno come fare per guarirsi da soli.

quindi eccomi qui a scriverti una lettera che non vuole far riemergere i problemi di basso livello che ho avuto con te, ma per mettere radici positive nel mondo e negli spazi che condividiamo.

È stata dura con te. Imponendo la tua presenza nella casa di mio padre che poi è il posto che per me è proprio “casa”, ho passato molte ore della mia vita da arrabbiata. Così non ho fatto alto che eliminare le tue cose e sostituirle con le mie ogni volta che ero a casa.

Mi dispiace per questo, perchè così ho dato fuoco al fuoco. Rabbia su rabbia. Prepotenza su prepotenza. Ho messo spesso in mezzo mio padre che non aveva la minima idea sul come si affrontassero queste lotte di predominio femminile. Ho fatto solo peggio.

Oggi ti vedo quasi ogni giorno eppure non hai mai smesso di colonizzare ogni singolo spazio della casa. Questa la dice lunga sui tuoi problrmi irrisolti, ma io ho smesso di farti la guerra. Lascio che tu crei il tuo disordine dove ti pare e che sia mio padre eventualmente a fartelo notare. Non è più un problema mio!

Abito in un altro appartamento, ma torno spesso a casa perchè qui studio, creo e ci vivono i miei animali. Quindi mi occupo solo degli spazi che utilizzo e pulisco i pavimenti che in gran parte sporcano gli animali. Per il resto non faccio più nulla di nulla. Ho deciso di tirarmi fuori dalla guerra e limitarmi solo a ciò che mi fa stare bene. Questo proposito ha calmato le acque in casa. Non c’è tensione, a meno che non la crei tu per qualche motivo strano, che però non ha a che vedere con me.

Facendo così addesso ogni tanto possiamo chiaccherare e convivere senza rabbia.

Ogni tanto mi sento irrazionalmente ospite in casa mia, ma so non è così. Sono libera nella mia casa solo che non partecipo più alla confusione e alla conquista territoriale di ogni centimentro lasciato libero.

Accetto che ci sei tu e che va bene così.

Tra l’altro apprezzo molto le tue qualità positive. Hai una energia incredibile. Sei creativa e ambiziosa. Ti piace raggiungere traguardi e crescere professionalmente. Sei gentile con gli animali e curi tantissimo il tuo corpo.

Mi piacerebbe imparare da te e spero anche che tu voglia guarire il tuo passato prendendo ispirazione da me.

La tua figliastra

Ricordati di splendere!!!

GG

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Mancanza

La notte della vigilia di Natale ho avuto una rivelazione importante: la mancanza è padrona della mia vita.

Mancanza di cosa? di tutto e di nulla.

Mi sono resa conto che le mie relazioni sentimentali della vita, sia quelle serie che quelle platoniche o anche immaginate, sono sempre state tutte basate sul senso della mancanza. Mancanza di amore, di sensualitá, di fiducia, di comunicazione, di presenza, di lealtà, di affetto, di ascolto…e così via. In ciascuna relazione ho sofferto per la mancanza di almeno uno di questi fattori e, una volta concluse, ho dato la colpa della mia sofferenza (legata alla loro mancanza) ai miei partner. Solo ora capisco che questa mancanza in realtá era solo ed esclusivamente un problema mio che avevo e che ho dentro.

Credo di avere sperimentato la mancanza nella separazione dei miei genitori a 7 anni, quando mio padre da un giorno all’ altro non è stato piú nel mio nucleo famigliare. Ma forse anche prima con la mancanza di armonia, serenità e affetto di mia madre. E chissà, magari ancora ancora prima, quando mia madre ha smesso di allattarmi perchè il contatto fisico prolungato per lei era difficile da sopportare (sì allattare in effetti è bellissimo, ma anche doloroso, faticosio e sfiancante).

Quindi ho in me la radice della mancanza. A questo punto mi resta solo che prenderne consapevolezza e trasformarla piano piano in abbondanza.

È assurdo adesso l’ aver capito che la mancanza emozionale si è sempre anche riversata sulla mancanza materiale della vita. La mancanza di cose che avrei voluto, di tempo, di spazio, di soldi, obiettivi, energia e anche salute. La vita è davvero un Unico Tutto.

Per via della legge dell’attrazione, chiunque leggerà questa mia pagina starà sperimentando la mancanza da cui la sua anima vuole solo liberarlo. Questo è fantastico.

Ricordati di splendere

GG

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Lettera d’ Amore alla me stessa a 18 anni: Toccare il fondo per rinascere

Cara Greta,

Congratulazioni e benvenuta nel mondo dei grandi.

Lo so. Aspettavi con trepidazione questo momento. Da oggi puoi votare, guidare la macchina e firmale il libretto delle assenze a scuola. La mia piccola Greta ha fatto ufficialmente il primo passo nella fase in cui ci si prende la responsabilità di ogni gesto, parola e azione in modo serio. Oh e lo farai eccome…

Hai 18 anni, dovresti splendere e immaginare il tuo futuro, ma invece no.

Lo so piccola-grande ragazza che la tua vita è di una pesantezza insopportabile.

A scuola c’ è un quartettetto di coetanei che ti infastidisce in continuazione per ogni cosa che dici che fai, per come ti vesti e ti pettini, per come ti muovi e ti relazioni. Tu li ignori e sei molto brava in questo. Ma ti ritrovi a sbuffare più volte di quanto vorrsti nel sentirli ridacchiare alle tue spalle. Tranquilla, si commentano da soli e comunque appena finisce il liceo non li rivedrai più. Promesso.

A casa tua madre ti da il tormento. Sta passando una crisi con suo marito e per sfogarsi se la prende con te. Ti sgrida, ti umilia, ti urla addosso perchè tutto quello che fai lo fai male. Ti pressa perchè hai 18 anni e devi essere indipendente anche se non sai come si fa…Ti pressa solo perchè sei lì. Tua sorella non c’è mai (furba lei!!) e tuo fratello è troppo piccolo per subire vessazioni. Rimani solo tu. Mi dispiace per questa situazione.

Ti vedo quando stai ferma davanti al portone per respirare e trovare il coraggio di entrare in quel casino..ma almeno c’é tuo fratello che ti adora e ti accoglierà con un grande sorriso.

Tuttavia lo so che il peso più grande lo porti nel cuore. È già passato un anno dalla sua morte…. Era la creatura meravigliosa che insieme al tuo fratellino ti dimostrava che il mondo era anche un luogo di speranza, gioia, leggerezza e Amore, nonostante tutto.

Lui non c’è più. La vita a scuola senza di lui ha perso un po’ di significato. Gli altri tuoi compagni di scuola (a parte i quattro rompi scatole!) sono carini e ti piace stare con loro. Ma lui ti manca tanto…Era il tuo migliore amico. Ti mancano i suoi sorrisi quando ti vedeva arrivare a scuola, i vostri rituali giocosi e la sua arrotondata R moscia che sentivi ogni volta che ti nominava.

Lo so piccola. È dura. È passato un anno ma è dura.

Ti piacerebbe parlare con tuo sorella, ma ti detesta e non è mai a casa. Vorrsti essere accolta emotivamente da tua mamma, ma non lo ha mai fatto e forse non lo farà mai, non è capace….Vorresti urlare la tua tristezza e la tua rabbia ma non ti ascolterebbe nessuno. O magari si, ma solo per darti della pazza e trattarti ancora peggio.

Hai 18 anni e soffri così tanto…Mi dispiace. Vorrei abbracciarti forte e addossarmi tutto il peso che porti sul cuore, prenderti la testa fra le mani e dirti che ce la farai. supererai anche questa e sosprattutto che ne uscirai più forte e determinata che mai.

A breve ragazza mia, toccherai il fondo. Scoprirai la tristezza più cupa, soffrirai di attacchi di ansia e farai esperienza dei disturbi alimentari. Dopo ogni attacco, ogni volta che sarai sola a casa e la notte, svuoterai freneticamente la cucina di ogni genere alimentare per riempirti lo stomaco, forse nella speranza che il cibo riempa il vuoto che hai dento. Ogni volta tenterai poi di risvuotarti in bagno, inginocchiata davanti al gabinetto. Ma non ci riuscirai quasi mai. Per assurdo risulterá più facile farlo a scuola prima delle interrogazioni a stomaco vuoto.

Un pomeriggio mentre ti troverai in macchina con tua madre e tua sorella deciderai di farla finita. Loro non fanno altro che urlarti addosso che sei insopportabile, viziata, antipatica, inutile, incapace… Che senso a vivere se Lui non c’è più e a casa quasi tutti ti disprezzano.

Ma proprio quel quasi ti darà la forza per procedere. L’ amore del tuo fratellino, l’ amore di tuo padre che è lontano e ignaro di tutto, l’ amore dei i tuoi amici che non si meritano un’ altra tragedia, l’ amore di tua sorella perchè non è vero che ti disprezza, ma capirai che anche lei vuole solo essere amata, ascoltata e accolta soprattutto da te.

Ti rialzerai ragazza grande. Fiorirai. Evitari il più possibile le interazioni con gli adulti coinquilini per dedicarti solo alle persone con le quali ami passare il tempo, anche tua sorella.

Ce la farai ragazza. Lui resterà sempre nel tuo cuore. La tristezza sará sostituita dall’ amore che vi legava. Tua sorella crescerà per creare una famiglia impregnata d’amore. Il tuo fratellino diventerà un giovane uomo e capirà tutto senza mai smettere di essere straordinario. I tuoi amici di scuola prenderanno la loro strada e ne incontrerai di nuovi ovunque andrai. E tu diventerai la donna meravigliosa che non sai ancora di essere. Passo a passo guarirai il tuo passto e la vita ti donerà persone ed esperienze meravigliose.

Lo so che è difficile da credere adesso, ma la vita è meravigliosa per davvero. Te ne accorgerai vedendo crescere tua figlia e osservando il grande amore disinteressato e autentico che solo i figli provano per la loro mamma. Sarai mamma piccola mia e forte della tua esperienza, sarai la mamma migliore del mondo.

Ti abbraccio Greta. Ti amo. Ti vedo e accolgo il tuo dolore. Mi prendo da adesso la responsabilità dei tuoi drammi quotidiani per guarire la tua vita e aiutarti a gioirne.

Sorridi e splendi ragazza grande. Senza di te il mondo non sarebbe così bello.

Ricordati di splendere!!!

GG

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Lettera d’ Amore alla me bambina: una bambina violenta

Cara me,

Sì. Ero una bambina violenta. O almeno io mi giudicavo così quando pensavo a me stessa. Ma in realtá questo non era nemmeno un giudizio mio. I miei nonni mi consideravao e giudicavano come bambina viziata, arrogante, egoista e violenta.

Me lo dicevano spesso. Per punirmi, svilirmi e mortificarmi durante le sgridate. Ogni volta che disobbedivo o semplicemente mostravo un emozione che a loro non piaceva.

Mi dispiace piccola mia. I nonni dicevano cose cattive perchè forse loro sono stati a loro volta educati in questo modo. Per loro erano le parole più giuste da dire a una bambina che secondo loro non veniva educata abbastanza dalla propria madre. Ah quanto male ti hanno fatto quei quidizi…

È vero eri violenta, nei confronti della tua sorellina. La picchiavi e sgridavi spesso. La insultavi e offendevi come solo tu sapevi fare per farla piangere e poi la sgridavi perchè piangeva. Eri proprio così. Ma solo ora mi rendo conto che non eri affatto cattiva; non lo sei mai stata. Semplicemente imitavi i grandi. A casa i ceffoni volavano quotidianamente così come gli insulti, le urla, le minacce…..Niente di tragico ma faceva male lo stesso. Lo so. Facevi a tua sorella quello che facevano a te.

Mi dispiace piccola per questa infanzia difficile che hai dovuto vivere. Tuo padre, il tuo eroe era lontano e nessuno si prendeva la briga di capire i tuoi comportamenti e ascoltare la tua sofferenza.

In qualche modo pensavi che se avessi agito come i grandi, loro ti avrebbero amato come volevi tu. Invece loro si arrabbiavano perchè in te, a loro volta, vedevano sè stessi e i propri atteggiamenti che detestavano di più. Era un circolo vizioso. Ma ne uscirai, te lo prometto.

Ti amo piccola bimba. Lasciali parlare e agire i grandi come meglio credono. Ignorali e lasciali crogiolare nei loro conflitti interiori che non hanno minimamente a che vedere con te. Tu sei una creatura meravigliosa e nel profondo lo sai e adesso te lo dico anch’io. Sei una bambina affamata di amore, serenità e gioia, perchè non ne hai avute abbastanza.

Sei solo una bambina, ma con una grandissima forza e un giorno imparerai a splendere di luce tua e a perdonare coloro che ti hanno fatto soffrire perchè soffrivano loro stessi. Vedrai che la vita è bella nonostante tutto e che se vorrai potrai vivere nell’ amore sempre. E tua sorella che diventerà grande, ti amerá sempre perchè capirà, in realtá ti ha sempre capita. Sará per sempre la tua compagna di vita poichè avete condiviso la stessa famiglia e la stessa infazia, dunque solo voi due vi conoscete per davvero e sarete la spalla l’ una dell’ altra per sempre anche se da grandi prenderete strade diverse.

Ti voglio bene piccola mia. Ti amo così come sei, come sei stata e come sarai. I demoni li affronterò io per te e ti restituirò l’ infanzia che ogni bambina si merita. Perdonerò i nonni e i tuoi genitori per quei momenti bui e perdonerò te, me stessa, per avere creduto alle loro parole.

Ti vedo, ti sento, ti ascolto, ti accolgo e ti amo.

Ricordati di splendere!!!

GG

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Messa da parte

Sto riflettendo proprio ora sul trauma che dovrei aver vissuto quando è nata la mia sorellina. Io avevo 22 mesi.

Se è stato un trauma per me, probabilmente lo è stato anche per molte altre persone e mi va di approfondire questa esperienza.

Quando è nata la mia bambina, i primi tempi sono stati sì belli, ma anche terribilmente difficili.

Ero ipersensibile. Mi sentivo orribile, brutta. Dovevo prendermi cura di una piccola creatura, ma avevo il desiderio ardente che qualcuno si prendesse cura di me allo stesso modo. Ero stanca perché i primi mesi non si dorme mai. Mi sentivo sola. La casa faceva schifo per il disordine e la sporcizia perché non potevo occuparmene, non ne avevo la forza. Mettici un po’ di “post partum” in parte fisiologico-ormonale, in parte psicologico, e la situazione diventa difficile per davvero.

Adesso la mia bambina ha due anni. Praticamente la stessa età che avevo io quando sono diventata sorella maggiore. E questo mi ha fatto pensare quanto sarebbe difficile adesso se avessi anche un altro neonato. Deve essere stato difficilissimo per mia Mamma…Me ne rendo conto…

Ma è stato difficilissimo anche per me che ero una bambina piccola.

Se prima potevo cantare, urlacchiare e fare chiasso. Adesso era un prolbema.

Se prima mentre mangiavo, mi cadeva del cibo per terra o versavo dell’acqua o semplicemente non avevo fame. Adesso era un problema.

Se prima mi svegliavo la notte per cercare la rassicurazione dei miei genitori come d’ abitudine. Adesso era un problema.

Se prima avevo dei normalissimi incidenti di pannolino. Adesso erano un problema.

Se prima potevo chiedere alla mamma di giocare o stare con me. Adesso era un problema.

Praticamente il solo fatto che io esistessi era un problema. Per una bambina o un bambino di due anni ci vuole moltissima attenzione ed energia e mia mamma era una batteria scarica. Doveva occuparsi h 24 di una neonata e non aveva più un briciolo di attenzioni positive per me.

Per ovvie ragioni.

Ma per me è stato traumatico.

La mamma ha iniziato a vivere nella stessa casa con me, senza però dedicarsi a me per davvero. Nel senso che oltre ai bisogni primari (tipo il cibo), non c’ erano più momenti di tranquillità, condivisione, gioco, ecc…

Per ovvi motivi.

Ma per me è stato un trauma.

Il fatto è che una parte di me ha memorizzato quel periodo in modo molto negativo. Sono abbastanza certa nel dire che all’epoca ero praticamente in “astinenza” da Mamma, e sono diventata affamata e bisognosa di lei e del suo amore.

Anche se adesso sono grande e ho già guarito diverse ferite dell’ infanzia, questa mi sa, è ancora attiva seppure nascosta.

Sono un’ adulta bisognosa di affetto, attenzioni, gentilezza e amore. Forse perché dalla nascita di mia sorella ho iniziato a non riceverne più o comunque molto meno. E considerando che da lì in poi la cosa è continuata per il resto della mia vita, forse questa ferita mi ha condizionata sempre in passato e lo fa insidiosamente ancora oggi.

Forse mi condiziona attraverso il gran senso di inadeguatezza, che mi porto dietro da decenni ormai. Forse è per via di questo che nonostante l’età, non sono ancora riuscita davvero a spiccare il volo e realizzarmi…

Sì. Mia mamma e mia sorella sono e sono state mie grandi maestre di vita. Le amo entrambe enormemente.

Adesso tocca a me trarre l’ insegnamento e finalmente spiccare il volo.

Mi piace pensare che guarendo il mio trauma, possa rendere anche le vite di mia sorella e mia mamma migliori e soddisfacenti.

Grazie.Ti voglio bene Sorella.

Grazie.Ti voglio bene Mamma.

Grazie.Ti voglio bene GG grande e GG piccola.

Ricordati di splendere!

GG